L'impatto del virus dell'epatite C ( HCV ) sugli esiti seguenti al trapianto allogenico di cellule ematopoietiche ( HCT ) rimane una questione di dibattito.
È stata esaminata in modo retrospettivo la significatività della infezione da HCV tra i beneficiari di un trapianto allogenico di cellule ematopoietiche, mediante un Registro giapponese sull’esito del trapianto tra il 2006 e il 2009.
Tra i 7.831 destinatari di trapianto, 136 sono risultati HCV-positivi.
Il tasso di recupero ematopoietico è stato più basso nel gruppo HCV-positivo ( recupero dei neutrofili di 500 x 106/l o superiore: 79% vs 87% al giorno 30, P=0.087; recupero delle piastrine di 50 x 109/l o superiore: 57% vs 65% al giorno 60, P=0.012 ).
Il gruppo HCV-positivo ha avuto un'incidenza significativamente più alta di mortalità senza recidiva ( 38% vs 25% a 2 anni; P minore di 0.01 ), e sopravvivenza globale inferiore ( 41% vs 51% a 2 anni, P minore di 0.01 ).
La sieropositività ad HCV è stata associata a un rischio indipendente di mortalità più elevato senza recidiva ( hazard ratio, HR=1.65, P minore di 0.01 ) e con sopravvivenza globale inferiore ( HR=1.39, P minore di 0.01 ).
L'incidenza di morte a causa di problemi epatici ( 8% vs 2%, P minore di 0.01 ), infezione batterica ( 10% vs 4%, P minore di 0.01 ) o fallimento del trapianto ( 5% vs 2%, P=0.084 ) tendeva a essere più alta nel gruppo HCV-positivo.
L’infezione da HCV ha avuto un impatto negativo sull’esito clinico successivo al trapianto allogenico di cellule ematopoietiche, specialmente nell’ambito di un trapianto non-correlato.
E’ necessaria una attenta valutazione prima di intraprendere un trapianto allogenico di cellule ematopoietiche, e una valutazione delle complicanze nei beneficiari del trapianto con infezione da virus HCV. ( Xagena2013 )
Nakasone H et al, Am J Hematol 2013; 88: 6: 477-484
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