Attualmente, non è certo se i pazienti con un passato di infezione da HBV ( virus dell’epatite B ) richiedano profilassi antivirale di routine durante la chemioterapia, anche se alcuni Centri antitumorali ne raccomandano l'uso abituale.
L'obiettivo di uno studio è stato quello di determinare la prevalenza di infezione da HBV nel passato in pazienti con linfoma e la sua rilevanza in termini di complicanze HBV-correlate.
Sono stati esaminati 430 pazienti affetti da linfoma nel periodo 2006-2008; tra i 430 pazienti, 233 sono stati sottoposti a entrambi i test per HBsAg ( antigene di superficie del virus dell’epatite B ) e HBcAb ( antigene core del virus dell’epatite B ), mentre in 197 è stato eseguito solo il test HbsAg.
Tra i soggetti sottoposti ad entrambi i test, il 34.3% sono risultati positivi per HBcAb. Di questi 80 pazienti, 58 avevano eseguito una concomitante test relativo al livello di HBV-DNA, che è risultato positivo in 3 di loro ( 5.2% ).
Tra i 67 pazienti con infezione da HBV in passato e tra i 26 con infezione da HBV cronica che hanno ricevuto la chemioterapia, la riattivazione del virus HBV si è verificata nell’ 1.5% e nel 42.3% dei casi, rispettivamente ( P minore di 0.0001 ).
La profilassi con Lamivudina ( Epivir ) è stata somministrata in 7 pazienti ( 10.4% ) con infezione da HBV in passato e in 18 ( 69.2% ) con infezione cronica da HBV.
In conclusione, il basso tasso di riattivazione del virus HBV riportato nello studio insieme all'alta prevalenza di infezione passata da HBV in una zona endemica suggerisce che l'uso di routine di una profilassi antivirale possa non essere richiesto per tutti i pazienti con infezione da HBV in passato.
La stretta sorveglianza resta una soluzione ragionevole e praticabile per la maggior parte dei pazienti. ( Xagena2010 )
Koo YX et al, Cancer 2010; 116: 115-121
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