Le strategie di trattamento attuali nella epatite autoimmune includono il trattamento a lungo termine con corticosteroidi e/o Azatioprina ( Imuran ).
È stato determinato il rischio di recidiva dopo la sospensione del farmaco in pazienti in remissione a lungo termine e i fattori associati con una tale ricaduta.
Sono stati identificati 131 pazienti ( su un gruppo di 844 pazienti ) da 7 Centri accademici e 14 Centri regionali nei Paesi Bassi in cui il trattamento è stato ridotto dopo almeno 2 anni di remissione clinica e biochimica.
La recidiva è stata definita come livelli di alanina-aminotransferasi ( ALT ) tre volte al di sopra del limite superiore della norma e perdita di remissione con un aumento di ALT che ha richiesto la ripresa della terapia farmacologica.
Durante il follow-up, 61 pazienti ( 47% ) hanno recidivato e 56 ( 42% ) hanno avuto una perdita di remissione.
Tra questi 117 pazienti, 60 pazienti hanno completamente interrotto l’assunzione del farmaco, mentre 57 pazienti erano ancora in un regime di riduzione.
Un anno dopo la sospensione del farmaco, il 59% dei pazienti ha richiesto un ritrattamento, aumentato al 73% e 81%, rispettivamente, dopo 2 e 3 anni.
Una precedente terapia di combinazione di corticosteroidi e Azatioprina, una malattia autoimmune concomitante ed età più giovane al momento dell’interruzione dei farmaci sono state associate a un aumentato rischio di recidiva.
Tentativi successivi di interruzione dopo il fallimento iniziale in 32 pazienti inevitabilmente hanno avuto come risultato una nuova ricaduta.
Questa analisi retrospettiva ha indicato che la perdita di remissione, o recidiva, si verifica in quasi tutti i pazienti con epatite autoimmune in remissione a lungo termine quando la terapia immunosoppressiva viene interrotta.
Questo deve indurre a non sospendere il trattamento immunosoppressivo nei pazienti con epatite autoimmune. ( Xagena2013 )
van Gerven NM et al, J Hepatol 2013; 58: 141-147
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